I luppoli più famosi della storia

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I luppoli più famosi della storia

Nei secoli, il luppolo ha acquisito la parte da protagonista negli ingredienti della birra. Di varietà di luppolo, che in realtà è il fiore super profumato e dalla tipica forma conica della pianta rampicante Humulus lupulus, ce ne sono diverse e la loro coltivazione era già praticata prima che in Germania, in Egitto e in Cina dove il luppolo veniva adoperato largamente per le sue proprietà rilassanti e digestive.
Esplorare le tante varietà di luppolo è di per sé un viaggio entusiasmante, soprattutto se l’esperienza e l’abilità del birraio sanno combinarne alla perfezione i meravigliosi sentori e le mille sfumature, ma ce ne sono alcune in particolare che hanno sancito letteralmente la storia della birra.
Ecco quali sono.

Saaz

La coltivazione di questo tipo di luppolo avviene nell’area dove si trova l’attuale Repubblica Ceca e risale ad oltre 1000 anni fa. Oggi è la varietà di luppolo più coltivata in Baviera a partire dai dintorni della cittadina di Saaz. Questo luppolo è il fautore dello stile birrario a bassa fermentazione più conosciuto a livello planetario: il Pilsner, nato nel 1842 per opera del birrario bavarese Joseph Groll. Il Saaz, al pari di altri luppoli coltivati in Europa, è chiamato “nobile” perché ha un aroma morbido e delicato, ma allo stesso tempo lievemente speziato.

Cascade

È tra le varietà di luppolo più note e amate dagli estimatori della birra e la prima concessa dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti d’America al termine dell’inquietante epoca del proibizionismo. La sua origine è alquanto particolare: nacque quasi fortuitamente, o forse era un destino già scritto, a causa dell’impollinazione avvenuta per opera di un polline selvatico, di una pianta di luppolo con pedigree Fuggle (originario dell’Inghilterra) e Serebrianker (di origine russa). La varietà venne battezzata con l’appellativo Cascade solo nel 1972, nome che deriva dal Cascade Range, una catena montuosa che si trova dell’Oregon, lungo la costa nord-ovest degli Stati Uniti, dove c’è uno dei più importanti centri adibito alla coltivazione del luppolo. L’aroma conferito alla birra da questa varietà di luppolo è soprattutto agrumato con sentori di limone e pompelmo; in sottofondo si avverte poi una leggera parvenza floreale sostenuta da una base di fresca resina.

Citra

È la varietà di luppolo che ha tracciato una linea di separazione nelle birre moderne. L’aroma conferito alla bevanda da questo luppolo è inconfondibile: una perfetta combinazione di potenza ed eleganza, che abbraccia il limone, passa per il pompelmo e arriva a note di mandarino, ha affascinato e catturato subito l’interesse di birrai e bevitori fin dal suo debutto avvenuto dopo il rilascio del brevetto nel 2008 a Jason Perrault, agricoltore di quarta generazione nella Yakima Valley. Oltre ad un’elevata concentrazione di un olio essenziale, il mircene, il Citra è anche ricolmo di linalolo e geraniolo, due composti che durante la fermentazione liberano un sentore che oltre agli agrumi rimanda anche a frutti tropicali quali il mango e passion fruit.

East Kent Goldings

Il luppolo di questa varietà giunse in Inghilterra sul finire del 1400, importato da mercanti provenienti dall’Olanda. Sul suolo britannico i luppoli vennero coltivati nella zona sud-est dell’isola, corrispondente all’attuale Kent. La varietà venne chiamata nell’800 East Kent Goldings ed oggi ne è concessa la coltivazione solo ad una piccola cerchia di contadini della regione. Assieme alla varietà Fuggle, il luppolo è il brand di fabbrica delle classiche birre inglesi, alle quali conferisce un aroma floreale ed erbaceo nei sentori della lavanda, fino a raggiungere i toni agrumati del limone e dell’arancio.

Nelson Sauvin

Il luppolo in questione si caratterizza per le origini Neozelandesi e l’aroma unico. Il nome deriva dalla regione nella quale lo si coltiva, Nelson, e dal sentore che lo distingue e che rimanda ad un vino bianco, il Cabernet Sauvignon. Non mancano sul sottofondo i tradizionali aromi fruttati tipici dei luppoli della Nuova Zelanda, in particolare dell’uva spina, anche se alcuni appassionati di birra ne hanno captato anche parvenze tropicali che rimandano al frutto della passione.

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