La birra scade?

La birra scade?

La birra scade?

Molti si chiedono se questa golosa bevanda abbia una data di consumazione oppure, come il vino, migliori con il passare degli anni. Non tutti sanno, infatti, che la durata della birra dipende dagli ingredienti con cui viene realizzata, ovvero acqua, lievito, malto e luppolo. È chiaro intuire che si tratta di sostanze totalmente naturali e dunque non soggette a scadenza, oltre al fatto che il processo di produzione richiede tempi lunghi che migliorano il prodotto con il passare del tempo, anziché deteriorarlo.

Perché, allora, sulle confezioni di birra viene inserita sempre una data di scadenza? Un buon osservatore noterà che non si tratta di una vera e propria scadenza ma di un TMC (Tempo Massimo di Consumazione) che indica il termine entro il quale viene consigliato di consumare la bevanda, ed è molto diverso dalla scadenza. Infatti, gli ingredienti che compongono la bevanda mantengono perfettamente l’essenza e il sapore entro un certo periodo e il consiglio del produttore mira a far beneficiare il consumatore di queste caratteristiche.

Bere la birra dopo la data di scadenza fa male?

Chiariti i punti precedenti, vogliamo sottolineare che sia la vendita che la consumazione di birra oltre la data consigliata per la consumazione non integra reato per il venditore e non causa danni alla salute. L’unico svantaggio che potrebbe originare è quello di offrire una bevanda che non presenta più le caratteristiche organolettiche di elevata qualità come quelle originarie. Quando viene prodotta, infatti, la birra mantiene freschezza massima nei 5 o 6 mesi dall’imbottigliamento, successivamente, i sapori e la struttura proteica si affievoliscono e inizia quel processo definito di “ossidazione”, che rende la bevanda poco compatta alterandone il sapore.

Shelf line e scadenza della birra

Con shelf line si intende la data consigliata per la consumazione della birra, una data che viene stabilita sia in base al procedimento di produzione utilizzato, che in relazione alla gradazione alcolica della bevanda: maggiore è la gradazione alcolica, infatti, più lunga sarà la data suggerita. Più precisamente, le birre con un livello alcolico oltre il 9% non richiedono date di scadenza perché esse hanno il pregio di migliorare con il trascorrere degli anni, proprio come succede al buon vino.

I veri intenditori, inoltre, sanno che le birre particolarmente alcoliche sviluppano essenze, tonalità e retrogusti davvero particolari quando vengono conservate in cantina e consumate dopo molti anni. Per le produzioni che contengono percentuali alcoliche molto basse, come quelle artigianali, infine, la data consigliata per la consumazione è di un anno.

Conservazione della birra

La differenza tra una birra artigianale e quella proveniente da grandi produzioni è che la prima non è né filtrata né pastorizzata, non contiene conservanti o additivi chimici: questo significa che è più delicata e richiede maggiore attenzione per la sua conservazione. La birra artigianale va trattata con cura: deve essere tenuta lontano da fonti di luce, umidità o calore che ne rovinerebbero le proprietà organolettiche, spesso molto intense.

È importante che questo tipo di bevanda mantenga la stessa temperatura in modo costante, dunque niente freddo e poi caldo, perché le farebbe perdere tono e compattezza ma mantenere una temperatura tra i 10 e i 16° C, in un ambiente privo di fumi, vapori e umidità. Un altro segreto è quello di tenere le bottiglie sempre in posizione verticale, soprattutto se presentano il tappo a corona, mentre le bottiglie con il tappo in sughero devono essere conservate in posizione orizzontale, leggermente inclinate verso l’alto.

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